Da dove arrivano le nostre idee sui soldi? Quanto conta quello che ci insegnano mamma e papà quando si tratta di risparmiare, spendere o investire? L’Edufin Index 2024, un’importante ricerca italiana, ha messo sotto la lente proprio questo: come i giovani tra i 18 e i 24 anni imparano a “masticare” di finanza e che ruolo gioca la famiglia in tutto ciò.
I ricercatori volevano capire un po’ di cose:
- Come fa la famiglia a passarci le dritte sui soldi?
- Ci sono differenze tra ragazzi e ragazze, o tra le generazioni passate e quelle di oggi?
- Quali abitudini familiari aiutano di più a diventare bravi con l’economia domestica?
- Come hanno fatto? Spulciando tra le abitudini familiari
Per capirci qualcosa, hanno usato un nuovo modo per misurare come la famiglia ci allena alla finanza. Hanno guardato tre cose principali:
L’esempio dei genitori: come mamma e papà gestiscono i loro soldi
- Gli insegnamenti diretti: quando i genitori ci spiegano apertamente come funziona il mondo del denaro.
- Imparare facendo (grazie ai genitori): quando ci danno la possibilità di gestire piccole somme, fare un budget, ecc.
Per avere un confronto, hanno fatto domande simili anche ai più grandi, chiedendo loro di ricordare come funzionava in famiglia quando erano giovani.
Cosa hanno scoperto? GenZ più istruita (ma si può fare di più!)
Una delle cose più interessanti è che la Generazione Z (i nati circa tra il 1997 e il 2012) e i Millennial (nati circa tra il 1981 e il 1996) sembrano aver ricevuto più lezioni di finanza dai genitori rispetto ai Baby Boomer (i nati nel dopoguerra, fino a metà anni ’60). Questo soprattutto perché i genitori di oggi tendono a spiegare le cose più direttamente.
La cosa che funziona meglio? Imparare facendo! Avere esperienze pratiche, tipo gestire una paghetta o un piccolo budget personale, è risultato super importante per capire come girano i soldi.
Si parla di soldi in famiglia? Più di prima, ma…
Un altro dato interessante: anche se solo il 40% dei ragazzi della Generazione Z dice di parlare spesso di soldi e questioni economiche con i genitori, è comunque un bel passo avanti rispetto al passato! I Baby Boomer, da giovani, ne parlavano molto meno, e spesso solo per le spese di tutti i giorni.
La paghetta: come cambiano i tempi
Anche il modo in cui i soldi arrivano nelle tasche dei giovani è cambiato. Una volta, era più comune che i ragazzi non ricevessero soldi regolarmente. Oggi, tra la Generazione Z, solo il 15% dice di non riceverne affatto. Però, il metodo più usato resta quello di dare i soldi quando servono, un po’ su richiesta.
L’istruzione conta (anche quella dei genitori)
Lo studio conferma una cosa importante: se i genitori hanno studiato di più, è più probabile che anche i figli ne sappiano di più di finanza. E qui emerge un dato un po’ preoccupante sui NEET (i giovani che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro – circa il 15% dei ragazzi intervistati). Tra loro, il livello di conoscenza finanziaria è più basso, specialmente tra le ragazze NEET, confermando che le differenze di genere esistono ancora.
Ok, e adesso? Cosa possiamo fare?
Questa ricerca dice chiaramente due cose:
- La scuola deve fare la sua parte: Sarebbe bello avere l’educazione finanziaria come materia scolastica. Ma prima, bisogna che anche gli insegnanti si sentano pronti e preparati per insegnarla!
- Famiglie, mettetevi in gioco! I genitori possono fare tantissimo. Un’idea? Invece di dare soldi al bisogno, perché non provare con una paghetta regolare? Aiuterebbe i ragazzi a pianificare e a capire meglio come gestire le proprie risorse.
Insomma, imparare a gestire i soldi è un po’ come imparare ad andare in bici: serve l’esempio, qualche spiegazione, ma soprattutto tanta pratica!
Lo studio a cui facciamo riferimento è il Rapporto EDUFIN Index (terza edizione) – Consapevolezza e comportamenti finanziari e assicurativi degli italiani, curato dai docenti SDA Bocconi Barbara Alemanni, Paola Castelli, Umberto Filotto, Gennaro De Novellis e Alessandro Recla