Donne migranti e violenza

Donne migranti e violenza: una fuga senza fine dalla paura?

Migrare non è semplicemente attraversare un confine. Per moltissime donne e ragazze, significa affrontare una battaglia quotidiana per la sicurezza, con la minaccia costante della violenza di genere – cioè quella violenza che le colpisce proprio perché sono donne.

Un recente studio dell’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE), intitolato Affrontare la violenza di genere nella migrazione: come rafforzare i piani d’azione nazionali su Donne, Pace e Sicurezza nell’UE, lancia un allarme: l’Unione Europea deve fare molto di più per proteggere le donne e le ragazze migranti dalla violenza.

Hadja Lahbib, Commissaria europea per l’Uguaglianza, ha dichiarato: per troppe donne e ragazze, fuggire dalla violenza non significa scampare al pericolo. Durante i loro viaggi migratori, affrontano le stesse minacce che speravano di lasciarsi alle spalle: sfruttamento, abusi e violenza di genere. Ha poi aggiunto: abbiamo bisogno di un approccio completo che le protegga in ogni fase del viaggio: da quando fuggono, attraverso confini e transiti, fino alle comunità dove cercano sicurezza. Dobbiamo proteggere i loro diritti, la loro dignità e il loro futuro.

Una violenza che non si ferma mai

La migrazione è un processo che colpisce uomini e donne in modo diverso. Le donne e le ragazze sono spesso costrette a fuggire proprio a causa della violenza, solo per ritrovarsi ad affrontarla di nuovo lungo le rotte migratorie.

Secondo una ricerca citata dall’EIGE, più della metà dei migranti che arrivano in Europa ha subito violenza di genere, e la stragrande maggioranza (il 69%) erano donne.

Anche una volta arrivate nei Paesi dell’UE, i rischi non finiscono. Questi pericoli si nascondono nei centri di accoglienza, nei luoghi di transito e nelle comunità locali. La paura di essere giudicate, il timore di essere espulse, la mancanza di documenti e la sfiducia nelle autorità spesso impediscono alle vittime di denunciare gli abusi. È fondamentale mettere la lotta alla violenza di genere al centro delle strategie di risposta alle crisi.

La strada da seguire

Nonostante i progressi dell’UE nel combattere la violenza di genere (grazie a strumenti come la Convenzione di Istanbul e direttive recenti), le leggi attuali spesso non riescono a includere pienamente una prospettiva di genere, lasciando le donne migranti senza protezione o supporto adeguati.

L’EIGE chiede che l’agenda Donne, pace e sicurezza (WPS) – un insieme di impegni internazionali per proteggere le donne e promuovere il loro ruolo nelle risoluzioni dei conflitti e nella costruzione della pace – sia applicata con più efficacia in tutti gli Stati membri dell’UE, attraverso Piani d’Azione Nazionali (PAN) più forti.

Carlien Scheele, Direttrice dell’EIGE, sottolinea: quando rafforziamo i nostri piani su Donne, Pace e Sicurezza, non solo rispettiamo i nostri impegni internazionali, ma creiamo anche soluzioni pratiche che possono fare una vera differenza nella vita delle donne e delle ragazze migranti. La loro protezione e il loro empowerment (cioè il rafforzamento del loro ruolo e delle loro capacità) devono essere al centro delle nostre politiche sulla migrazione e sulla sicurezza.

L’analisi dell’EIGE ha esaminato i Piani d’azione nazionali su donne, pace e sicurezza di sette Stati membri dell’UE: Belgio, Germania, Spagna, Francia, Croazia, Malta e Finlandia.

L’EIGE ha scoperto che, sebbene questi piani riconoscano il legame tra violenza di genere e fuga dal proprio Paese, spesso mancano di risorse sufficienti e di meccanismi di coordinamento per essere davvero efficaci.

In sostanza, c’è bisogno di un impegno più forte e coordinato per garantire che la fuga dalla violenza non si trasformi semplicemente in un nuovo capitolo di sofferenza per le donne e le ragazze migranti.